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Gabri

In una via del centro della città di Parma, il 18 luglio 2024, a seguito di un incidente in moto, ci ha lasciati Gabriele Salvadori, per tutti coloro che lo conoscevano, “il gigante buono”.

 

Eppure, come hanno meravigliosamente inciso nel nostro cuore le parole di Attilio Bertolucci, assenza, più acuta presenza, Gabri non ha mai smesso di esserci, di strapparci un pensiero, un sorriso, un doloroso senso di sperdimento e, insieme, un’inesauribile voglia di vita.

 

E non è strano.

 

L’amore, la bontà, la sua generosità d’animo così presenti nella sua breve ed intensa vita non si sono spente in quel tragico pomeriggio d’estate, ma si sono trasformate in energia pura e bella, e sono diventate la guida e la luce per i suoi genitori, per la sorella e per i tantissimi, famigliari, amici, compagni di percorsi, che hanno avuto la fortuna ed il privilegio di amarlo, conoscerlo e stare con lui.

 

Gabri amava la moda e la studiava. Era iscritto alla Naba (Nuova Accademia Belle Arti) di Milano e si apprestava ad intraprendere il terzo ed ultimo anno di studi.

Da creativo vero, prima di iniziare a progettare, ha assorbito luce, colori e visioni del mondo che lo circondava. Curioso di tutto, non ha mai smesso di immergersi nelle diversità: nella grande metropoli che lo ha accolto come studente ma anche nel piccolo paese dove amava stare nella semplicità di una serata silenziosa sotto un lampione; nella città d’origine con i suoi culti (un linguaggio colorito, un cibo sontuoso, una giovialità ineguagliabile). Insomma, Gabri era un ragazzo che inseguiva i suoi sogni: non solo quello di diventare stilista e di vedere sfilare e indossare le sue creazioni di moda, ma anche di imparare ad assaporare la vita nella sua interezza, senza sprecare un secondo.

 

Gabri amava e rispettava le donne e le donne che stavano attorno a lui lo ricambiavano di questo amore perché sentivano che, nei mille colori che assumeva, era sempre un “noi” che si realizzava.

Contrario ad ogni forma di violenza, con lui al proprio fianco ogni donna si è sempre sentita protetta ed al sicuro.

 

Gabri amava lo sport e la sana competizione.

Da piccolo aveva praticato il nuoto, il judo; nei principi di questa disciplina aveva trovato perfetta sintonia con il suo sentire etico.

Poi il rugby, nella società del Rugby Parma, come “pilone”, ruolo perfetto per uno come lui, forte, gentile nello stesso tempo, e capace di caricarsi sulle spalle la fatica e le sorti di una squadra.

Un’ultima esperienza, il padel; sport dinamico, impegnativo sul piano fisico, pieno di scatti in avanti e sudore… perfetto per Gabri che adorava la fatica e non si tirava mai indietro! Ed in fine i motori! La passione per il rombo dei motori a due e quattro ruote, l’ultima passione che lo ha travolto…

 

Chi è, dunque, Gabri? Cosa resta da raccontare? Ancora tantissimo, perché la sua vita, in ogni momento, si è intrecciata con la vita di tanti altri, si è nutrita di sogni e realtà, di entusiasmo e di passione; si è riempita di tutti i colori della tavolozza di un pittore per disegnare il più bello degli affreschi!

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